Quali sono gli imperativi più famosi della storia?
Pensate all’opera più famosa di Giacomo Puccini… la Turandot. Pensate ad una principessa spietata, Turandot, che fa uccidere tutti i suoi pretendenti amorosi perché nessuno di loro riesce a superare la prova dei tre enigmi. Pensate, infine, ad un uomo coraggioso e intelligente che riesce a risolvere i tre terribili indovinelli della principessa e che le propone a sua volta una sfida: se Turandot, prima dell’alba, riuscirà a scoprire il suo nome, lui le regalerà la propria vita.
A questo punto il misterioso principe pronuncia la famosa aria “Nessun dorma“: Nessuno, infatti, deve e può dormire perché tutti attendono il giorno, chi con speranza, chi con spavento, o con amore.
Prendete quindi un gruppo di ragazzi al sabato sera, una festa, un po’ di vino e la pasta di mezzanotte. Forse qualcuno, che non vuole tornare a casa a dormire, pronuncerà il celebre “Nessun dorma” per invitare tutti a continuare la festa!
Passiamo ad un’altra famosissima opera, il Nabucco di Giuseppe Verdi.
Il brano più conosciuto dell’opera è anch’esso un imperativo, “Va’ pensiero“. In questo momento dell’opera il popolo ebreo è in esilio e prigioniero in Babilonia. “Va’ pensiero” è quindi la preghiera corale che gli ebrei fanno immaginando che il loro pensiero possa volare come un uccello per i monti e le colline fino ad arrivare alla dolce terra natale, Gerusalemme.
TESTO PARAFRASI
Va, pensiero, sull’ali dorate. Vai pensiero sulle tue ali d’oro
Va, ti posa sui clivi, sui colli, Vai e posati sui pendii e sui colli,
Ove olezzano tepide e molli Dove profuma tiepida e deliziosa
L’aure dolci del suolo natal! L’aria dolce della nostra terra natale.