Era un treno ordinario

Era un treno ordinario che doveva condurci presso l’Etna. Era pieno di operai della zona ed eravamo turisti abbastanza sorprendenti per loro. Stavamo attraversando una pianura agricola inondata di sole ed eravamo appisolati nel caldo siciliano, abbastanza feroce per noi, gente del Nord.  Ma, all’improvviso, il treno si è fermato e siamo stati svegliati dal conducente che camminava lungo il treno, gridando “Scendete, scendete tutti”. Eravamo una piccola cinquantina, sorpresi, storditi, sbattendo le palpebre sul binario abbagliante.

Con un gran movimento delle braccia il macchinista ci ha invitati a seguirlo: “Andiamo a prendere un caffè!”. Prendere un caffè! Nel bel mezzo del nulla! Lasciando il treno da solo nella campagna! Senza preoccuparsi di una possibile circolazione ferroviaria! Eppure, un passo dietro l’altro, siamo arrivati in un piccolo bar isolato che ci ha preparato un delizioso caffè rinvigorente. Dieci minuti dopo, con lo stesso movimento delle braccia, il macchinista ci ha invitati di nuovo a seguirlo per tornare al treno che ci aspettava con pazienza. Questa storietta è ora incredibile ma… eravamo nel 1965.

Jacqueline Rossi

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